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Palazzo di Fuoco

Il Palazzo di Fuoco è tra gli edifici più famosi dell’architetto Giulio Minoletti e una presenza fissa nella vita quotidiana dei milanesi: da sessant’anni sorge su Piazzale Loreto.

Il progetto di riqualificazione di Palazzo di Fuoco, edificio di proprietà di Kryalos SGR Spa, modernizza l’edificio negli impianti, nella disposizione degli interni e nelle prestazioni energetiche allo scopo di ottenere una certificazione LEED Platinum.

L’obiettivo è quello di recuperare il concept di base del palazzo, ormai nascosto da decenni di interventi successivi, preservare il più possibile l’idea originale e l’unità d’immagine dell’edificio riprendendo i temi caratterizzanti dell’architettura di Minoletti, riletti e reinterpretati alla luce della realtà contemporanea e delle più moderne tecnologie oggi a disposizione. Temi che sono: luce, colore e trasparenza, ma anche permeabilità e relazione con la città

 

 

 

 

SITO

Milano | Italia

DATA

2017 - 2023

SUPERFICIE

16.000 MQ

CLIENTE

KRYALOS SGR SPA

PROJECT MANAGEMENT

JLL – Jones Jang Lasalle SPA

TIPO DI LAVORO

Progettazione integrata (preliminare, definitiva, esecutiva), Direzione lavori, Pratiche amministrative, VVF, Gestione Sicurezza, Collaudi finali, Certificazione LEED

PARTNER-IN-CHARGE

Antonio Gioli, Federica De Leva

TEAM DI PROGETTO

Silvia Turati (Project Leader), Antonio Sergi, Danilo Annoscia, Nicola Borsato, Valentina Beretta, Francesca Bettetini, Milica Cudic, Andrea Santantonio, Denis Zuffellato, Andrea Angonoa, Alice Chiesa

Progetto Impianti meccanici ed elettrici, Strutture, VVF, Sicurezza, Direzione lavori, Certificazione LEED

BMS Progetti srl

Cost Control e Computi

GAD srl

Progetto facciate

Eurodesign sas di Adriano Crotti

Progetto illuminotecnico

Voltaire Lighting Design sas

CREDITI

Impresa costruzioni

Percassi SpA

Crediti fotografici

Marco Introni | photographer, UDB Studio | photography studio

Un'icona della milano moderna

Progettato dagli architetti Giulio Minoletti e Giuseppe Chiodi tra il 1958 e il 1961 su commissione dell’imprenditore siciliano Michelangelo Virgillito, il palazzo è una delle opere più emblematiche della Milano dei primi anni Sessanta. L’edificio ha subito attirato l’attenzione per la sua originalità e le innovazioni tecnologiche, ottenendo ampia visibilità sulla stampa italiana e internazionale dell’epoca. In un contesto urbano ancora poco edificato e agli albori di un profondo cambiamento, questo palazzo rappresentava uno dei primi esempi di rinnovamento: una “scatola di vetro” che si animava con i colori dell’arcobaleno in base alle condizioni meteorologiche, su cui campeggiavano un grande orologio, un’alta antenna e uno schermo che trasmetteva le notizie del giorno.

Il progetto si fonda su tre caratteristiche fondamentali, emerse dall’analisi approfondita dell’edificio, che insieme definiscono la sua essenza e ne giustificano la conservazione per il valore simbolico che riveste nella città: una struttura in vetro, una comunicazione continua con l’ambiente circostante e una galleria urbana permeabile. Su questi pilastri si basano tutte le scelte progettuali, con l’obiettivo di riqualificare e valorizzare l’esistente in una prospettiva contemporanea e tecnologicamente avanzata.

L’evoluzione di un edificio iconico

Gli elementi vetrati a tutt’altezza amplificano la trasparenza delle facciate e intensificano la connessione tra interno ed esterno. Il progetto si arricchisce di una nuova configurazione per l’illuminazione notturna delle facciate, realizzata con le più avanzate tecnologie LED, che riproducono la dicotomia tra pieni e vuoti, giorno e notte, concepita originariamente da Minoletti. Questa nuova illuminazione restituisce all’edificio la sua vocazione comunicativa: se in passato era limitata ai dispositivi in copertura, ora si estende a tutta la superficie dei fronti.

Attraverso una griglia luminosa, l’intera facciata interagisce dinamicamente con la città, comunicando informazioni come l’ora, la temperatura e altri contenuti, coinvolgendo e informando i suoi spettatori.

Mantenendo la destinazione d’uso per uffici e spazi direzionali ai piani superiori e quella commerciale e pubblica al piano terra e ammezzato, il progetto rifunzionalizza completamente il complesso immobiliare, seguendo le linee guida definite in fase di concorso. In linea con la composizione originale, l’edificio è strutturato in tre volumi di diversa altezza, armonizzati da una facciata continua, e mantiene gli accessi principali progettati da Minoletti, preservando l’idea di renderlo accessibile sia da Viale Monza che da Via Padova. Sono previste due reception indipendenti, rispondendo così a una richiesta specifica della committenza.

Una facciata interna vive

La meraviglia della nuova piazza interna

Per garantire uno spazio altamente flessibile e una gestione efficiente dei flussi, il progetto prevede un sistema a doppio ingresso al piano terra, pensato per migliorare la riconoscibilità e l’identificabilità degli accessi rispetto alla configurazione precedente. I due ingressi, situati su Piazzale Loreto e su Viale Padova, dispongono ciascuno di una reception con back office, un’area lounge e servizi igienici. Tramite un sistema di tornelli, si accede alla hall e successivamente alla piazza coperta.

 

Vivibilità degli spazi, benessere degli occupanti e apertura alla città

È stato concepito uno spazio a doppia altezza ampio e luminoso, che permette di ammirare la corte con i suoi collegamenti interni, avvolti in un’atmosfera scenografica di straordinaria leggerezza, grazie all’uso esteso di vetro, trasparenze e verde. Ogni elemento architettonico contribuisce a esaltare la meraviglia di questa piazza interna, sottolineata da interventi decisi, come i corpi illuminanti lineari, che ne rafforzano il carattere e l’identità. La città si fonde con la corte, creando un collegamento che va oltre la semplice visuale, dando l’impressione che il dinamismo urbano pervada l’intero edificio, animandolo di energia metropolitana.